OpenAI, l’organizzazione no profit a cui si deve il modello generativo GPT (Generative Pre-trained Transformer), ha registrato il marchio GPT-5 presso l’USPTO (United States Patent and Trademark Office) proteggendo quindi anche legalmente quella che potrebbe essere la prossima evoluzione del noto progetto basato sull’Intelligenza Artificiale.
Attualmente la versione standard del chatbot ChatGPT, cioè quella accessibile gratis da chiunque tramite una registrazione, è basata su GPT-3.5. ChatGPT Plus, disponibile in abbonamento per 20 dollari al mese, sfrutta invece la release GPT-4 che è la stessa utilizzata da Microsoft per lo sviluppo di Bing Chat e della piattaforma Windows 11 Copilot.
Avvenuta appena qualche settimana fa, la registrazione del marchio è stata corredata da una semplice descrizione nella quale si fa riferimento ad un’applicazione per l’uso di un modello linguistico tramite computer. Nello stesso modo essa riporta la definizione di software per la generazione artificiale di test e parole in linguaggio umano.
E’ bene tenere conto che una richiesta presso l’ufficio marchi e brevetti non rappresenta una conferma del fatto che GPT-5 sia pronto al lancio o che sia destinato al rilascio nel prossimo futuro. Sam Altman e soci potrebbero avere semplicemente intenzione di tutelarsi contro eventuali patent troll che volessero rivendicare qualche diritto sul marchio.
Alcuni mesi fa il CEO di OpenAI aveva sottolineato che il training di GPT-5 era ben lontano dall’essere iniziato, nella registrazione inoltre non vi è alcun cenno di quelle che potrebbero essere le funzionalità specifiche del modello. In ogni caso, con esso ci si attende un passaggio definitivo da AI ad AGI o Intelligenza Artificiale Generale.