Ricercato dalle autorità americane, Edward Snowden, l’uomo che grazie alle sue rivelazioni sul progetto PRISM ha dato vita allo scandalo Datagate, avrebbe gettato nuova benzina sul fuoco rendendo noti ulteriori particolari sulle attività di spionaggio del Governo USA attraverso il Web.
Secondo l’ex contractor informatico, gli Stati Uniti avrebbero spiato la Cina e Hong Kong per anni a partire dal 2009, le azioni di cyber spionaggio contro questi paesi asiatici sarebbero rientrate nel quadro di un’offensiva telematica che avrebbe prodotto oltre 60 mila attacchi in meno di un quinquennio.
Curiosamente, e diversamente da quanto ci si potrebbe aspettare, questa attività di cracking non sarebbe stata rivolta contro le istituzioni militari ma a danno di uomini chiave delle amministrazioni pubbliche, delle università e di attività commerciali.
Trovato riparo ad Hong Kong, dove dovrebbe essere protetto da eventuali pericoli di estradizione, Snowden avrebbe voluto sottolineare di non sentirsi un eroe ma semplicemente un cittadino americano che, agendo in buona fede, crede nella libertà d’espressione.