Andrea Orlando, ministro del lavoro e delle politiche sociali. ha presentato le linee guida per lo smart working che dovranno essere osservate da aziende e dipendenti dopo un lungo periodo durante il quale le esigenze legate all’emergenza pandemica (in parte ancora in atto) avevano determinato l’approvazione di alcune misure temporanee.
Le linee guida attuali, rese disponibili nelle scorse ore alle parti sociali coinvolte, stabiliscono ad esempio che per l’attivazione dello smart working all’interno di un’organizzazione sarà necessario un accordo individuale tra l’azienda e il lavoratore. Verrà inoltre richiesto di specificare i tempi in termini di ore di lavoro, le fasce di disconnessione e i luoghi per il lavoro da remoto.
L’accordo individuale rappresenta quindi il primo elemento di novità rispetto a quanto stabilito in emergenza, quando le aziende potevano destinare i propri addetti in smart working tramite una decisione praticamente unilaterale. Allora però si era ben lontani dall’inizio della campagna vaccinale e dagli ingressi in sede condizionati al Green Pass.
Un altro punto importante del documento riguarda il fatto che l’assegnazione del lavoratore in modalità smart working non potrà prevedere un trattamento economico differente rispetto a quello destinato a chi opta per l’operatività "in presenza". Non potranno esservi disparità neanche relativamente ai benefit o ai premi di produttività.
Un altro elemento da tenere in considerazione riguarda l’adesione allo smart working che dovrà essere volontaria, il rifiuto di accedere a questa modalità non rappresenterà quindi una ragione valida per il licenziamento. Si potrà lavorare liberamente da qualsiasi luogo indicato durante l’accordo purché esso non presenti evidenti problematiche di connessione.