I responsabili dello sviluppo di Vivaldi e Brave, due dei browser Web alternativi a quelli più utilizzati che negli ultimi anni hanno conquistato il maggior numero di utenti, avrebbero deciso di non offrire alcun supporto alla tecnologia FloC (Federated Learning of Cohorts) che Google sembrerebbe voler imporre come standard sostitutivo ai cookie di terze parti.
FLoC è sostanzialmente una soluzione che non prevede il tracciamento cross-site dei singoli utenti, esso crea invece degli insiemi di utilizzatori (le coorti appunto) con interessi comuni, i dati così raccolti possono essere utilizzati per le strategie di marketing finalizzate all’advertising senza una vera e propria attività di profilazione a carico dei singoli.
Dato che Vivaldi e Brave si basano sulla codebase di Chromium esattamente come Chrome, i loro sviluppatori non dovrebbero fare altro che rimuovere il codice relativo a FloC approfittando della licenza open source con il quale il progetto viene rilasciato. Le motivazioni di tale decisione andrebbero ricercate nelle scarse garanzie offerte da tale tecnologia per quanto riguarda la privacy.
Tra i maggiori detrattori di FLoC, oltre ad una nutrita schiera di operatori del settore pubblicitario, vi sarebbero anche i componenti dell’EFF (Electronic Frontier Foundation), convinti che i cookie di terze parti non dovrebbero essere rimpiazzati da un’altra modalità di tracking ma semplicemente eliminati in quanto non in grado di assicurare riservatezza.
Da notare che la sperimentazione di FLoC da parte di Mountain View riguarda soltanto alcuni mercati ma non quello del Vecchio Continente, questo perché in Europa vige una normativa molto restrittiva sul trattamento dei dati personali (il GDPR, General Data Protection Regulation) per la quale tale tecnologia potrebbe non risultare conforme nella sua versione attuale.