Nel corso degli ultimi anni il settore delle cryptovalute, e delle tecnologie correlate, è stato protagonista di una crescita costante, questo al di là delle fluttuazioni di prezzo delle singole divise. Mancava però un’organizzazione strutturata, in pratica una lobby, in grado di rappresentare gli interessi di questo comparto anche nei contesti istituzionali.
Per tale motivo è nata la Blockchain Association, un’associazione che dialogherà direttamente con la politica (e in particolare con Washington) per discutere aspetti ancora non sufficientemente definiti come per esempio il trattamento fiscale delle aziende che operano legalmente come crypto exchange e fornitrici di wallet per l’archiviazione delle monete virtuali.
Tra i finanziatori dell’iniziativa troviamo il Digital Currency Group e Polychain Capital, mentre tra gli exchange più noti che hanno deciso di aderire all’associazione vi sono veri e propri colossi come Coinbase e Circle nonché realtà emergenti quali Protocol Labs. L’obbiettivo primario di tutti i soggetti coinvolti è quello di estendere il potenziale dell’ecosistema Blackchain.
Non è un caso che i protagonisti del settore si stiano organizzando proprio in un momento di particolare debolezza delle cryptovalute. Prendendo il caso del solo Bitcoin, ad oggi siamo molto lontani dai prezzi di scambio raggiunti alla fine del 2017, quando la regine delle divise elettroniche raggiuse un valore molto vicino ai 20 mila dollari ad esemplare.
Attualmente il MVIS CryptoCompare Digital Assets 10 Index, cioè l’indice di riferimento per la quotazione delle crytovalute, soffre di una perdita pari a circa l’80% rispetto ai traguardi raggiunti ad inizio anno e molti degli investitori che a suo tempo hanno perso i loro soldi si starebbero dimostrando restii a scommettere nuovamente su questo comparto.