Melchior Wathelet, Avvocato Generale della Corte di Giustizia Europea, si è recentemente espresso su un caso di violazione di diritto d’autore legato ai link di una piattaforma esterna verso un servizio contenente risorse piratate; a suo parere un’attività del genere non costituirebbe reato e non rappresenterebbe una violazione alle normative sul copyright.
In sostanza la posizione assunta da Wathelet potrebbe essere riepilogata in questo modo: un sito Web che si limita a linkare un contenuto piratato senza ospitarlo non dovrebbe andare incontro a sanzioni come per esempio l’oscuramento e ad eventuali condanne, per contro i file collegati dovrebbero essere comunque considerati illegali.
In sostanza, se tale intepretazione dovesse essere accolta dai giudici nella loro sentenza, si ritornerebbe ad un’impostazione più permissiva rispetto a quella attualmente prevista dalla Giurisprudenza europea e italiana; per fare una esempio, quando Pirate Bay fu messo online la sua attività non era considerata reato, tale piattaforma venne chiusa in seguito ad aggiornamenti restrittivi della tutela al diritto d’autore.
Una prospettiva del genere potrebbe tradursi in una bocciatura di tutte le lotte portate avanti fino ad ora dall’industria dei contenuti, come potrebbero reagire gli editori se su Internet fosse possibile linkare qualsaisi produzione pirata, dai film ai documentari, dalle partite di calcio alle serie televisive fino agli show trasmessi dai palinsensi legali?
Nel caso specifico la Corte di Giustizia europea sarà chiamata a decidere riguardo ad una causa che vede contrapposti Sanoma, l’ediore di PlayBoy nei Paesi Bassi, e i titolari del blog chiamato "Geen Stijl" che erano stati assolti dalla Corte Suprema olandese per aver linkato alcune immagini inedite detenute in esclusiva dalla nota rivista statunitense.