Secondo quanto riportato dal "Work Trend Index 2023" di Microsoft ad oggi il 62% degli Italiani sarebbe disposto a delegare il proprio lavoro ad un’Intelligenza Artificiale. A parere dei ricercatori che hanno effettuato lo studio, per spiegare una così grande apertura nei confronti delle AI è necessario fare riferimento al cosiddetto "debito digitale".
Quest’ultimo è causato in particolare dalla grande quantità di dati che molte figure professionali devono gestire quotidianamente durante le ore lavorative tra posta elettronica, report, notifiche e call. Un volume di informazioni troppo elevato perché una persona sola possa essere in grado di eleborarle e processarle in modo efficiente.
Da questo punto di vista il fattore tempo ha quindi un ruolo fondamentale. Basti pensare che mediamente un dipendente di un’azienda passerebbe ben 57% delle sue ore di lavoro a comunicare con dirigenti, colleghi o clienti avendo poco tempo a disposizione per i compiti creativi. Oltre il 60% affermerebbe poi di sprecare troppo tempo per la ricerca di informazioni.
Tali problematiche sarebbero state citate anche dagli intervistati in Italia il 68% dei quali, avendone la possibilità, delegherebbe ad un’AI almeno parte del lavoro di analisi, il 67% le incombenze amministrative e il 55% addirittura alcune fasi creative. Detto questo il 42% dei nostri connazionali esprimerebbero qualche preoccupazione riguardo al fatto di poter essere sostituito da un’AI.
A tal proposito, solo il 12% dei manager sembrerebbe disposto a valutare l’eventualità di rimpiazzare parte dei lavoratori con le AI, nel 27% dei casi queste ultime verrebbero invece considerate delle soluzioni utili per supportare i dipendenti senza prenderne il posto. Ad oggi però il 47% del campione dichiarebbe di possedere skill limitate in tema di uso delle AI.