Brian Acton, cofondatore di WhatsApp insieme a Jan Koum, ha recentemente deciso di dire la sua riìguardo allo scandalo che vede coinvolti Menlo Park e la società di analisi Cambridge Analytica. Lo ha fatto tramite un brevissimo tweet nel quale sono contenute appena tre parole e un hashtag: "It is time. #deletefacebook".
It is time. #deletefacebook
— Brian Acton (@brianacton) 20 marzo 2018
Acton è oggi un miliardario che può contare su una fortuna personale pari a ben 6.5 miliardi di dollari, ciò grazie alla vendita di WhatsApp a Facebook. Ma mentre Koum ha continuato a lavorare alla sua creatura anche dopo il passaggio di proprietà, Acton ha deciso di abbandonarla per dedicarsi ad un nuovo progetto: Signal.
Quest’ultima è sostanzialmente una piattaforma alternativa a WhatsApp e si caratterizza per un sistema di criptazione che dovrebbe rendere inintercettabili i messaggi scambiati dagli utenti. Le sue preoccupazioni per la privacy sono quindi palesi, così com’è altrettanto chiaro che egli veda Menlo Park e i suoi asset come dei concorrenti.
La presa di posizione di Acton nei confronti di Facebook non è la prima epressa da un ex dirigente che ha fatto parte del gruppo, a tal proposito basterebbe citare Chamath Palihapitiya, ex responsabile della crescita della piattaforma, che tempo fa lamentò quanto il social network avesse contribuito a lacerare il tessuto sociale americano e non solo.
Mentre Mark Zuckerberg si scusa i suoi uomini indagano sul caso Cambridge Analytica e sulle sue reali implicazioni, ma presto un altro pezzo grosso del Sito in Blue potrebbe abbandonare la nave in piena tempesta, parliamo del capo della sicurezza informatica, Alex Stamos, che secondo indiscrezioni dovrebbe dimettersi entro agosto.