Mentre infuria lo scandalo che vede coinvolte Facebook e Cambridge Analytica, con tanto di scivolone in borsa delle azioni di Menlo Park, la nostrana AGCOM (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) avrebbe deciso di scendere in campo e di richiedere a Mark Zuckerberg e soci di chiarire quali siano state le strategie adottate nel corso delle recenti Elezioni Politiche del 4 marzo.
Come è noto, il Sito in Blue è attualmente oggetto di polemiche e indagini volte a verificare quale sia stato il suo ruolo nell’attività di profilazione a fini elettorali della Cambridge Analytica, società che secondo l’ICO (Information Commissioner’s Officer) britannica avrebbe svolto tale procedura utilizzando dati gestiti dallo stesso social network.
La vicenda è alquanto complessa e i suoi effetti (anche legali) potrebbero estendersi ben oltre il mondo anglosassone, tanto che il Garante avrebbe già richiesto a Facebook di spiegare a quali tecniche per l’analisi dei dati si sia fatto ricorso per finalità di comunicazione politica durante l’ultima campagna elettorale italiana.
In sostanza, AGCOM vorrebbe verificare l’esistenza o meno di comportamenti che potrebbero aver influito sull’esito delle Politiche 2018. E’ possibile che società terze, ma direttamente coinvolte nel sostegno ai candidati, abbiano utilizzato informazioni messe a disposizione dal social network per interferire nelle scelte dei nostri connazionali?
La posizione di Facebook nella vicenda è presumibilmente molto delicata, questo perché la piattaforma era stata sottoposta al monitoraggio di AGCOM già precedentemente lo svolgersi delle elezioni. Ne consegue che l’emergere di attività fino ad ora non note al Garante potrebbe essere oggetto di contestazioni e causa di sanzioni pecuniarie.