L’Antitrust italiana avrebbe condannato Apple e Samsung al pagamento di una multa complessivamente pari a 15 milioni di euro per pratiche commerciali scorrette. Maggiormente colpita Cupertino, con 10 milioni di sanzione per gli aggiornamenti forzati di alcune versioni dell’iPhone e informazioni non chiare sulle batterie al litio, mentre Samsung dovrà pagare 5 milioni per una contestazione riguardante il Galaxy Note 4.
In entrambi i casi l’accusa sarebbe stata quella di aver pianificato la cosiddetta obsolescenza programmata. Tale pratica verrebbe adottata quando un produttore vuole accelerare il ricambio dei dispositivi commercializzati con modelli più recenti, ad esempio tramite aggiornamenti del firmware che rendono i device meno prestanti o diminuiscono l’autonomia delle batterie.
In sostanza, a parere dell’Agcm (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato), sia Apple che Samsung avrebbero indotto gli utenti a scaricare degli upgrade senza informarli in modo esaustivo sulle consenguenze per funzionalità e performance e senza chiarire in che modo sarebbe stato possibile ripristinare la situazione precedente all’aggiornamento.
Nel caso di Samsung, per esempio, i consumatori sarebbero stati invitati ad installare Android "Marshmallow" su Galaxy Note 4 nonostante l’aggiornamento fosse stato ottimizzato per il Note 7. Il tutto sarebbe però avvenuto evitando di comunicare chiaramente che la migrazione avrebbe potuto comportare dei malfunzionamenti.
Per quanto riguarda invece Apple, questa sarebbe finita nel mirino dell’Antitrust per alcuni aggiornamenti da installare su dispositivi prodotti tra il 2014 e il 2015 e per non aver fornito nel 2017 le informazioni relative alla durata media e alla deteriorabilità delle batterie al litio in dotazione su alcune release del proprio smartphone.