Kaspersky, compagnia russa specializzata nelle soluzioni per la Cybersecurity, ha deciso di abbandonare gli Stati Uniti chiudendo le proprie sedi e licenziando tutti i dipendenti. La notizia non arriva inaspettata in quanto dal 20 luglio 2024 entrerà in vigore il ban contro l’azienda imposto dal BIS (Bureau of Industry and Security) e dal Dipartimento del Commercio USA.
Questa misura vieta a Kaspersky di vendere i propri software e servizi sul suolo statunitense in quanto l’attività del gruppo è stata considerata un pericolo per la sicurezza nazionale. In sostanza la security house si troverebbe in una posizione simile a quella di TikTok ma senza neanche la possibilità di cedere i propri asset a potenziali compratori locali.
Exclusive: Kaspersky Lab is closing its US division and laying off all workers associated with it. The move follows the US Commerce Department's decision last month to ban the sale of Kaspersky software in US starting July 20. https://t.co/018tDqdi77
— Kim Zetter (@KimZetter) July 15, 2024
Vistasi impossibilitata ad operare, la società fondata da Evgenij Kasperskij non avrebbe avuto altra scelta che abbandonare gli USA interrompendo una presenza durata quasi 20 anni. Tra l’altro il ban imposto si estende anche al rilascio degli aggiornamenti per le firme antivirus e del codice, cosa che già nel breve periodo avrebbe reso le sue soluzioni obsolete.
A ciò si aggiunga che i prodotti della Kasperskij non saranno più neanche rivendibili o integrabili in piattaforme di terze parti. Gli utenti che dovessero continuare ad ultizzare i suoi antivirus non verranno sanzionati in alcun modo ma per il momento non sarebbero disponibili dei dettagli riguardo alla possibilità di ricevere rimborsi sugli abbonamenti in corso.
Chiaramente le posizioni di Kasperskij nei confronti delle autorità americane sono state estreamente critiche. In ogni caso sembrerebbe che la compagnia, convinta che il ban sia dovuto unicamente alle relazioni attualmente tese tra USA e Russia, non sembrerebbe intenzionata a difendere le proprie posizioni di fronte ad una corte federale.