Secondo lo studio intitolato "Metaverso, realtà immersive e intelligenza artificiale" e condotto dai ricercatori di Ipsos, per il 41% degli Italiani le AI, i modelli generativi e i chatbot sono destinati a diventare fondamentali per il proprio lavoro. Ad oggi però soltanto il 37% degli intervistati affermerebbe di possedere delle competenze approfondite in merito a tali strumenti.
La ricerca ha coinvolto un campione composto da 1.400 utenti di età compresa tra i 15 e i 65 anni, di essi il 65% avrebbe una qualche conoscenza delle AI e delle applicazioni che si basano su di esse. In linea generale i nostri connazionali sembrerebbero più curiosi che preoccupati nei confronti di un fenomeno destinato a cambiare la vita di tutti.
Attualmente il chatbot più noto in assoluto nella Penisola sarebbe ChatGPT, conosciuto dal 40% del campione. Non stupisce poi che al secondo posto (anche se a notevole distanza) vi sia Google Bard con il 16%. Sarebbero inoltre abbastanza conosciuti i modelli generativi per la produzione di immagini come Stable Diffusion e Midjourney (12%) e DALL-E (8%).
Non mancherebbero naturalmente coloro che temono la possibile perdita di posti di lavoro a causa della sostituzione con le AI (26%), così come vi sarebbe chi vede in esse un pericolo per la creatività degli esseri umani (24%) o il rischio che possano determinare un incremento dei dislivelli tecnologici tra realtà più o meno avvantaggiate.
Per quanto riguarda invece quelli che potrebbero essere i vantaggi di un maggior utilizzo delle AI, il 44% del campione avrebbe citato la semplificazione dei processi e il 41% il supporto alla vita professionale. Vi sarebbe poi un certo ottimismo anche nei confronti del Metaverso, considerato utile per acquisire nuove conoscenze dal 58% degli intervistati.