Sap Italia e The European House Ambrosetti hanno condotto uno studio per capire quale sia il rapporto tra i top manager italiani e le tecnologie basate sull’Intelligenza Artificiale. Sarebbe stato così delineato un quadro in cui i dirigenti riconoscerebbero l’importanza di tali innovazioni, ma tarderebbero ancora ad applicarle nei processi di business.
500 i soggetti contattati tra CEO, presidenti, direttori e consiglieri di amministrazione. Di questi il 77% avrebbe definito l’Intelligenza Artificiale un fattore molto importante o importante per il futuro della propria azienda, una percentuale che acquisirebbe ulteriore valore nel caso in cui si limitasse il dato alle risposte dei dirigenti di aziende di grandi dimensioni.
Un dato incoraggiante a cui farebbe da contraltare un 51.2% di risposte che testimonierebbero scarsa conoscenza delle soluzioni AI based effettivamente utilizzate in azienda. In sostanza vi sarebbe maggiore chiarezza riguardo al ruolo di queste tecnologie che non rispetto a quali mezzi dovrebbero essere adottati per sfruttarle in fase di produzione.
Nel 33% dei casi gli intervistati avrebbero rivelato di non essere intenzionati ad introdurre cambiamenti sostanziali nelle proprie aziende in seguito all’adozione massiccia dell’AI. Da segnalare che il restante 77% tenderebbe a delegare le incombenze legate alle tecnologie più innovative e a lasciare che siano le divisioni IT a prendere le decisioni in merito.
La ricerca evidenzierebbe anche un ricorso frequente all’utilizzo di soluzioni fornite in outsourcing (avverrebbe infatti nel 23% dei casi). Ad oggi soltanto l’11.6% dei dirigenti interpellati avrebbe confessato di non voler investire su alcuna tecnologia incentrata sull’Intelligenza Artificiale nel corso del prossimo triennio.