Il colosso dei microprocessori Intel avrebbe reso noto che la vulnerabilità Spectre verrà rimossa soltanto da alcune delle sue CPU. Tali affermazioni contraddirebbero di fatto quelle precedentemente formulate dalla compagnia californiana, dalle quali si intuiva l’intenzione di eliminare la falla da tutti i processori prodotti.
Spectre, individuata insieme ad un’altra grave problematica di sicurezza denominata Meltdown, coinvolgerebbe gran parte delle CPU prodotte da Santa Clara (e non solo) nel corso degli ultimi decenni. Essa affligge direttamente le architetture dei processori, quindi eventuali patch a livello software possono soltanto mitigarne i rischi.
Sulla basa di quanto detto ci si aspettava che il produttore sarebbe intervenuto sull’intera linea di produzione, ma le cose non andranno in questo modo. Andrebbe comunque detto che diversi modelli esclusi dai correttivi previsti sono particolarmente datati e in vari casi potrebbe essere difficile reperirne uno ancora operativo.
Tra di essi troviamo infatti processori Bloomfield, Clarksfield, Gulftown, Harpertown, Jasper Forest, Penryn, SoFIA 3GR, Wolfdale e Yorkfield, tutte soluzioni giunte sul mercato diverso tempo fa. La loro scarsa diffusione non giustificherebbe quindi gli investimenti necessari per un intervento tecnico risolutivo.
Per quanto riguarda invece le CPU che riceveranno gli aggiornamenti in grado di rimuovere la vulnerabilità, rimangono le preoccupazioni relative ad un possibile calo di prestazioni. Spectre colpisce infatti una funzionalità dei processori concepita appositamente per rendere più rapido il reperimento delle informazioni in un sistema.