Enrique Lores, CEO di HP, è stato recentemente protagonista di un’intervista ai microfoni della CNBC durante la quale ha espresso la propria posizione rispetto al mercato delle cartucce non origianali per le stampanti. Il suo parere è naturalmente di parte ma le affermazioni del dirigente sono andate al di là di una semplice difesa della qualità della cartucce originali.
Lores ha infatti ricordato che le componenti non originali possono presentare dei pericoli per gli utenti che li utilizzano e i loro dati. In alcuni casi infatti degli utenti malintenzionati potrebbero utilizzarle per diffondere malware tramite la riprogrammazione dei chip. Solo le cartucce prodotte dalla casa madre possono essere ritenute veramente affidabili e sicure.
HP CEO Evokes James Bond-Style Hack Via Ink Cartridges https://t.co/9eQwAuwKgW
— Slashdot (@slashdot) January 22, 2024
In sostanza, e questo è possibile almeno a livello teorico, una cartuccia "di concorrenza" potrebbe essere utilizzata per infettare una stampante, quest’ultima potrebbe essere poi il punto di partenza di un’infezione in grado di coinvolgere un’intera rete. Stando così le cose il risparmio derivante da componenti non originali non sarebbe giustificato.
Da qui la necessità di sviluppare dei firmware, come per esempio quelli basati sulla Dynamic Security di HP, che bloccano le stampanti nel momento in cui viene individuato un chip riprogrammato. Tale novità è diventata parte integrante del software HP tra la fine del 2022 e l’inizio dello scorso anno, con tanto di reazioni non entusistiche da parte degli utenti.
Le dichiarazioni di Lores sono state oggetto di critica perché basate, secondo alcuni, su ricerche finanziate dalla su stessa compagnia ne quadro del progetto Bugcrowd. Le maggiori perplessità riguarderebbero in particolare l’ipotesi che il malware contenuto in un chip possa diffondersi al di fuori di esso infettando anche i client collegati ad una stampante.