La dirigenza di Google avrebbe deciso di richiamare all’ordine tutti i dipendenti che fino ad ora non hanno voluto vaccinarsi contro il COVID-19, a preoccupare la compagnia sarebbe la possibilità di una nuova diffusione dei contagi, in particolare a causa della nuova variante Omicron, con conseguenze imprevedibili per la produttività aziendale.
Questa nuova presa di posizione emergerebbe da un documento interno al gruppo risalente a diverse settimane fa nel quale veniva specificato che tutti i dipendenti avrebbero dovuto dichiarare il proprio status vaccinale entro il 3 dicembre 2021. Questo per permettere all’azienda di capire le condizioni di partenza e organizzare eventuali contromisure.
Tale dichiarazione avrebbe dovuto comprendere l’eventuale documentazione riguardante l’avvenuta vaccinazione o, in caso di mancata somministrazione, le esenzioni dovute a cause di salute o convinzioni religiose. Una volta operato questa sorta di censimento Mountain View avrebbe avuto i numeri necessari per stabilire tempistiche e possibili sanzioni.
Per quanto riguarda queste ultime, le attuali indiscrezioni parlerebbero della probabile sospensione senza retribuzione per 30 giorni del collaboratore non vaccinato o non esentato dopo una deadline fissata per il 18 gennaio 2022. Ulteriori resistenze potrebbero comportare una sospensione di 6 mesi, sempre senza paga, e persino al licenziamento.
Google conta attualmente circa 150 mila dipendenti e il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha richiesto che tutte le aziende americane con più di 100 dipendenti operino unicamente con dipendenti vaccinati o regolarmente testati. Nel documento delle compagnia i tamponi non sembrerebbero però essere considerati come una soluzione utile per il pieno riavvio delle attività.