E’ iniziato il processo che negli Stati Uniti vede Google contrapposta al Dipartimento di Giustizia e ben 38 Stati USA a seguito di un’accusa di monopolio nel settore delle ricerche online. La vicenda legale, in sostanza un caso di antitrust, entra quindi nel vivo dopo una denuncia presentata nell’ottobre del 2020 contro l’azienda californiana.
La prima udienza di fronte alla corte presieduta dal giudice Amit Mehta nel distretto della Columbia è stata dedicata alle dichiarazioni introduttive dei legali, il tribunale ha comunque già rigettato alcune accuse come quella secondo cui l’impostazione grafica del motore di ricerca avrebbe sfavorito alcuni competitor tra cui anche Expedia.
Rimarrebbe invece in piedi il procedimento per monopolio, soprattutto in riferimento alle partenrship attivate con alcuni browser vendor, come Apple e Mozilla, e con le aziende che producono dispositivi Android. Nel caso della Casa di Cupertino vi sarebbe stato ad esempio un accordo per 10 miliardi di dollari con cui Google è diventato il motore di default in Safari.
Gli avvocati di Google sembrerebbero aver scelto una linea di difesa molto aggressiva, sostenendo innanzitutto che le collaborazioni attivate non escluderebbero la concorrenza lasciando libertà di scelta agli utenti. Sempre a parere di Big G, le persone non utilizzerebbero alternative come Bing perché ritenute delle piattaforme "inferiori" a Google.
Quali potrebbe essere l’esito del processo? Nel caso in cui Mountain View dovesse risultare perdente il giudice potrebbe ordinare una revisione degli accordi in essere con altre aziende, magari imponendo l’introduzione di una finestra dalla quale scegliere il browser predefinito. è poi possibile che la compagnia sia costretta a pagare una sanzione per violazione delle normative antitrust.