Stando ad una inchiesta giornalistica condotta da Bloomberg, Google e Mastercard avrebbero agito d’accordo, e senza informare di ciò gli utenti, per tracciare le attività di vendita al dettaglio effettuate tramite le carte di credito del noto circuito internazionale. Nello specifico l’accusa riguarderebbe le transazioni eseguite offline.
Sempre secondo la testata statunitense, Mountain View avrebbe pagato svariati milioni di dollai per accedere a questo tipo di informazioni, inoltre vi sarebbe stato un ulteriore accordo tra le parti finalizzato a condividere con Mastercard i guadagni generati dall’utilizzo di tali dati. Potenzialmente i clienti conivolti potrebbero essere stati fino a 2 miliardi.
In realtà tali iniziative non sarebbero rimaste del tutto segrete, questo perché nel 2017 Big G aveva resa nota l’esistenza di una piattaforma, chiamata Store Sales Measurement, grazie alla quale il gruppo poteva analizzare più o meno il 70% delle attività svolte con carta di credito negli USA. Allora però non sarebbero stati comunicati i nomi dei partner coinvolti.
Chiaramente, se quanto rivelato venisse confermato, si porrebbe un importante interrogativo riguardante la tutela della privacy, questo perché quando gli utenti effettuano un pagamento all’interno di un esercizio commerciale non si attendono di certo che tale operazione venga poi utilizzata per attività di marketing legate agli acquisti online.
Google si è però prontamente difesa dalle accuse rigettando ogni addebito, in particolare i suoi portavoce avrebbero sottolineato che i dati veicolati tramite Store Sales Measurement vengono cifrati attraverso crittografia end-to-end. Ciò impedirebbe sia a Mountain View che ai suoi partner di accedere ai dati che consentirebbero di identificare gli utenti.