Mountain View ha reso noto agli inserzionisti britannici che il costo della pubblicità online tramite la sua piattaforma subirà un rincaro pari al 2% a partire dal 1 novembre 2020. Le ragioni di tale aumento andrebbero ricercate nella cosiddetta Digital Tax che il governo di sua Maestà ha deciso di applicare sul fatturato delle compagnie che operano tramite il Web.
La Digital Tax approvata da Londra è entrata in vigore lo scorso aprile e riguarda motori di ricerca come lo stesso Google, network sociali come Facebook e Twitter e marketplace come quello di Amazon che generano profitti nel Regno Unito nonostante le loro sedi principali siano ubicate nella maggior parte dei casi in terra statunitense.
La Digital Tax è quindi il corrispondente della "Web Tax" di cui si discute da tempo sia in Italia che in seno all’Unione Europea dove appare ancora molto difficile trovare una comunità d’intenti tra tutti i Paesi membri. La Gran Bretagna, che della UE ormai non fa più parte, dovrebbe incamerare circa mezzo miliardo di sterline l’anno tramite la Digital Tax.
Come specificato nel corso delle ultime ore dai portavoce di Big G, tale novità (plausibilmente poco gradita) non riguarderà soltanto gli abitanti della Perfida Albione e coinvolgerà anche Austria e Turchia, in sostanza l’idea sembrerebbe quella di scaricare sugli inserzionisti buona parte dei maggiori costi derivanti dall’imposizione fiscale.
E’ quindi probabile che anche l’Italia sarà presto interessata da un incremento dei costi per l’advertising su Google, la Penisola infatti è insieme a realtà come la Spagna e la Francia uno dei Paesi che ha deciso di schierarsi apertamente contro quelli che vengono considerati dei privilegi fiscali non dovuti a favore delle aziende high tech d’Oltreoceano.