La migrazione delle pagine Web dal protocollo HTTP (HyperText Transfer Protocol) al più sicuro HTTPS (HyperText Transfer Protocol over Secure Socket Layer) ha ormai coinvolto gran parte della Rete. Il merito di questo importante cambiamento va sicuramente a Mountain View, con Google Chrome che nel corso degli ultimi anni ha praticamente tracciato una strada poi percorsa anche dagli altri browser.
Inizialmente l’applicazione di Big G era stata appositamente modificata perché identificasse come sicuri i contenuti protetti sotto HTTPS in modo che fossero distinguibili da quelli veicolati tramite HTTP, non cifrati e quindi trasmessi "in chiaro". Ora questo tipo di approccio verrà sostituito da un altro che vede in HTTPS uno standard e non solo un’alternativa preferibile ad HTTP.
Per questo motivo le pagine sotto HTTPS non verranno più segnalate, Google Chrome darà per scontato l’utilizzo di questo protocollo come soluzione da adottare comunemente, le pagine sotto HTTP verranno invece indicate come insicure per la navigazione. Insomma, quest’ultimo non dovrà essere più utilizzato, per nessun motivo.
Ne consegue che gli utilizzatori riceveranno un avvertimento soltanto quando si trovano ad operare su pagine non protette. Stando a quando dichiarato dalla casa madre del browser, ciò sarebbe stato impossibile in precedenza, quando la stragrande maggioranza dei siti Web lavorava sotto HTTP, perché i navigatori sarebbero stati sommersi dalle notifiche.
Il nuovo approccio produrrà i primi effetti pratici entro il prossimo autunno, con il rilascio della versione 69 di Google Chrome, in questo modo i titolari dei siti Web avranno alcuni mesi di tempo per effettuare i necessari adeguamenti. Dato che oggi buona parte dei provider di hosting forniscono gratuitamente i certificati SSL, sono rimaste veramente poche ragioni per continuare ad impiegare HTTP come standard.