Nelle scorse ore la crew di hacktivisti Anonymous aveva rivendicato la paternità di un attacco contro i server del provider GoDaddy protrattosi nella notte tra il 10 e l’11 settembre; l’azienda avrebbe però diffuso un comunicato in cui nega di essere stata vittima di un tango down.
Secondo quanto dichiarato dai portavoce di GoDaddy, il black-out che ha coinvolto i propri servizi non sarebbe stato causato da fattori esterni, il malfunzionamento sarebbe stato invece la conseguenza diretta di una corruzione dele tabelle di routing dei dispositivi di Rete.
I controlli effettuati dai tecnici del provider non avrebbero evidenziato alcuna conseguenza derivante da attacchi di tipo DDoS (distributed denial-of-service); l’erogazione del servizio sarebbe stata quindi interrotta tra le 10:00 a.m. e le 4:00 p.m (ora del Pacifico) per un semplice guasto.
A questo punto non resta che attendere i commenti a riguardo dei ragazzi di Anonymous, risulta però chiaro come GoDaddy sia fermamente intenzionata a proteggere a qualsiasi prezzo i suoi strapubblicizzati tempi di uptime pari al 99,999% nell’infrastruttura DNS.