Secondo quanto riportato nello studio "Disi Young – La sostenibilità digitale per i giovani" di EY Foundation Onlus e Fondazione per la sostenibilità digitale, i giovani italiani di età compresa tra i 16 e i 24 anni sarebbero i più sensibili nei confronti del tema della sostenibilità digitale. Le percentuali registrate sarebbero infatti molto più alte rispetto a quelle degli altri Paesi coinvolti.
Nello specifico, ben il 37% degli intervistati nella Penisola si sarebbero dimostrati sensibili alle problematiche relative all’impatto delle nuove tecnologie sull’ambiente e sul sociale, questo contro il 34% della Spagna, il 26% della Polonia, il 18% della Germania e il dato particolarmente basso della Francia dove non si andrebbe oltre ai 14 punti percentuali.
Per quanto riguarda la percezione del rischio, i giovani italiani sembrerebbero essere particolarmente preoccupati dal fenomeno del cyberbullismo. Tale problema sarebbe percepito come prioritario anche da i loro coetanei europei che lo piazzerebbero al primo posto tra le insidie di una realtà dove si è costantemente connessi alla Rete e agli altri.
Tra gli altri fenomeni citati dai giovani vi sarebbero anche la graduale perdita del tempo libero o in generale da dedicare a sé stessi, così come la tendenza della massa ad uniformarsi a standard ideali di bellezza, ricchezza, popolarità e successo personale che spesso vengono creati e pubblicizzati artificiosamente attraverso i social media.
In ogni caso per l’85% del campione italiano le tecnologie digitali rappresenterebbero degli strumenti in grado di migliorare la qualità delle nostre vite. Il 69% degli intervistati avrebbero affermato inoltre che esse potrebbero rivelarsi utili per salvaguardare l’ambiente e combattere gli effetti del cambiamento climatico e dell’inquinamento.