Il report intitolato "The cost of esclusion. Economic consequences of the digital gender gap" della World Wide Web Foundation contiene una stima di quella che potrebbe essere la perdita in termini di PIL (Prodotto Interno Lordo) dovuta alle difficoltà di accesso delle donne all’ecosistema digitale, dallo studio di materie ad esso correlate fino al mondo del lavoro.
Si calcola che durante lo scorso anno nelle realtà a reddito medio-basso il gender gap avrebbe determinato un ammanco di circa 126 miliardi di dollari, ciò sarebbe accaduto in un mondo in cui più di 1/5 delle donne avrebbe più difficoltà degli uomini ad accedere alla Rete. Considerando soltanto le economie meno sviluppate si arriverebbe al 52%.
Ad oggi, anche nei Paesi più avanzati permarrebbe un clima culturale in cui le donne non sono incoraggiate a frequentare corsi di studio basati sulle discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), anche per questo motivo la componente femminile risulterebbe globalmente più povera guadagnando in media il 77% del salario destinato a quella maschile.
Minori guadagni significano minori possibilità di spesa e quindi minori possibilità di carriera
Avere meno disponibilità economiche significa anche avere meno occasioni di carriera, essere escluse dall’acquisto di alcuni dispositivi, avere maggiori difficoltà nel sostenere il costo delle connessioni ad Internet o dipendere da altri per poterne disporre. In ogni caso le aree in cui il gender gap digitale è più elevato sarebbero anche quelle più povere.
Parliamo di un divario che nell’ultimo decennio avrebbe determinato una perdita di almeno mille miliardi di dollari (oltre 125 nel solo 2020) a cui se ne dovrebbero aggiungere altri 500 entro i prossimi 5 anni. Nel contempo la perdita in termini fiscali sarebbe stata di 24 miliardi di dollari l’anno, mentre delle adeguate politiche di inclusione potrebbero portare ad una crescita di 525 miliardi entro il 2025.