Il Dipartimento di Giustizia USA avrebbe dato vita ad un’azione legale contro Facebook e in particolare contro le sue politiche di assunzione che, a parere delle autorità , sarebbero state in alcuni casi discriminatorie nei confronti di cittadini americani. Ad aggravare la situazione vi sarebbe il fatto che i candidati coinvolti sarebbero stati spesso molto qualificati per l’impiego richiesto.
Facebook avrebbe discriminato cittadini statunitensi in favore di lavoratori stranieri con visto temporaneo
Nello specifico, durante le interviste di lavoro i recruiter di Menlo Park avrebbero scartato le domande provenienti da cittadini statunitensi per accogliere quelle di persone provenienti dall’estero ma titolari di un visto temporaneo per la permanenza sul territorio nazionale. Tale iniziativa si andrebbe quindi a sommare alle indagini Antitrust attualmente in corso contro la compagnia.
Le indagini governative avrebbero riguardato il periodo compreso tra gennaio 2018 e il settembre dello scorso anno e profili professionali di livello particolarmente elevato, complessivamente le modalità di reclutamento precedentemente citate avrebbero portato all’assunzione di 2.600 nuovi dipendenti con una retribuzione media di circa 156 mila dollari.
Sempre secondo il Dipartimento di Giustizia, tali discriminazioni sarebbero state intenzionali, una delle ipotesi dell’accusa potrebbe fare riferimento all’esigenza di fornire un impiego stabile ad alcuni candidati per fare in modo che essi non avessero ragione di abbandonare gli Stati Uniti, rivolgersi ad altre società o non fossero eventualmente allontanati dall’Immigrazione.
Uno dei metodi utilizzati per selezionare a monte i potenziali assunti sarebbe stato quello di pubblicizzare le offerte di lavoro esclusivamente tramite posta ordinaria, in pratica il gruppo capitanato da Mark Zuckerberg avrebbe evitato deliberatamente l’utilizzo di canali Internet proprio per fare in modo che tali messaggi giungessero soltanto ad un target predefinito di utenti.