Secondo un rilevazione svolta dalla UNCTAD (United Nations Conference on Trade and Development), attualmente gli Stati Uniti sarebbero il mercato in cui l’e-commerce produce il maggior giro d’affari con 9.580 miliardi di dollari di fatturato, secondo posto per il Giappone con 3.416 miliardi e terzo per la Cina con 2.604. L’Italia sarebbe invece all’ottavo con 431 miliardi.
Tale analisi è stata effettuata tenendo conto dei dati registrati nel corso del 2019 ed è possibile che le cifre relative all’anno successivo, periodo caratterizzato dall’emergenza pandemica dovuta al COVID-19, siano ancora più alte. Per quanto riguarda invece il futuro, si prevede che nel dopo pandemia il fatturato mondiale delle vendite online possa arrivare a 26 mila miliardi di dollari.
Se tale stima dovesse trovare conferma, la quota parte del commercio elettronico sulla vendita al dettaglio nel suo complesso dovrebbe assestarsi intorno al 19% crescendo di ben 3 punti percentuali rispetto alla condizione odierna. Si prevede comunque che i soggetti dominanti del settore rimarranno gli stessi, con Alibaba, Amazon e Shopify in testa.
A questo proposito è utile osservare come il dato del colosso fondato da Jack Ma sia nettamente superiore (quasi il doppio) di quello registrato dal gruppo creato da Jeff Bezos: 1.145 miliardi per Alibaba, con una crescita del 20% nel periodo considerato, contro i 575 miliardi di Amazon il cui giro d’affari avrebbe comunque subito un incremento ben superiore (+38%).
Le 13 maggiori aziende che vendono online avrebbero maturato incrementi medi del 20.5% nel corso del 2020 a fronte del +17.9% dell’anno precedente, tale tendenza si sarebbe affermata nonostante il sostanziale crollo delle piattaforme che si occupano di viaggi e turismo tra cui Expedia (-66%), Booking (-63%) e Airbnb (-37%).