I ricercatori di CipherTrace hanno pubblicato di recente un report dedicato ai furti e ai raggiri legati alle cryptovalute da cui si evince come tali fenomeni siano in costante crescita. Se nel corso del 2018 le perdite a danno degli investitori ammontavano a 1.74 miliardi di dollari, lo scorso anno questa cifra sarebbe cresciuta fino a superare i 4.5 miliardi di dollari.
Gli incrementi registrati sarebbero ancora più preoccupanti se si considerasse il fatto che solo nel 2017 il giro d’affari criminale a danno del settore non andava oltre i 169 milioni di dollari. Ciò è dovuto in particolare a due fattori: la maggiore diffusione delle cryptovalute come strumento finanziario e il proliferare di nuove monete virtuali.
Ad oggi infatti il target del Cybercrime non è più soltanto il Bitcoin. Ethereum, probabilmente la cryptovaluta più nota dopo la creatura dell’enigmatico e mai identificato Satoshi Nakamoto, starebbe attirando un’attenzione crescente dovuta soprattutto alla sua capacità di acquistare valore rapidamente: oltre il 92% in più dall’inizio dell’anno corrente.
Come sottolineato dagli esperti di CipherTrace, gli ammanchi registrati sarebbero dovuti in buona parte dei casi dall’applicazione del classico "schema Ponzi" (3 miliardi di dollari), notevole anche il ruolo degli insider mentre le sottrazioni di cryptovaluta generate a seguito di attacchi informatici veri e propri rimarrebbero minoritarie, appena 371 milioni di dollari sul totale del 2019.
Per molti versi il comparto delle monete digitali sarebbe ancora legato alle iniziative dei singoli e al loro destino, a tal proposito basterebbe citare il caso di QuadrigaCX, piattaforma canadese per lo scambio di cryptovalute, che l’anno scorso ha dichiarato bancarotta con ammanchi per 215 milioni di dollari dopo la morte del suo fondatore.