In questi giorni l’Unione Europea è impegnata nel trovare delle contromisure alla possibile crisi energetica che potrebbe colpire il Vecchio Continente durante i mesi invernali. Per raggiungere questo obbiettivo si sta cercando di definire delle politiche comuni riguardo all’acquisto di gas e petrolio, ma anche di limitare tutte le possibili fonti di spreco delle risorse.
Tra i settori colpiti dalle decisioni future di Strasburgo e Bruxelles vi potrebbe essere anche quello delle criptovalute, nel caso in cui le previsioni riguardanti i prossimi mesi dovessero essere particolarmente pessimistiche non è infatti da escludere che il mining delle monete digitali possa essere vietato, almeno temporaneamente.
Tale intenzione sarebbe confermata da un documento rilasciato nelle scorse ore dove si sottolinea che nel corso dell’ultimo quinquennio il consumo di energia imputabile al cryptomining avrebbe registrato un incremento del 900% e un raddoppio nell’ultimo biennio. Ad oggi lo 0.4% di tutti i consumi energetici mondiali sarebbero ricollegabili a questa attività.
Insieme al divieto di mining all’interno di tutti gli stati membri dell’Unione potrebbe essere stabilita anche l’abolizione di tutte le agevolazioni fiscali che fino ad ora hanno favorito gli operatori del comparto. Eventuali conferme non sarebbero altro che una testimonianza di quando la situazione futura potrebbe essere grave del punto di vista energetico.
Tra i possibili rischi futuri vi sarebbe anche quello di blackout più o meno imprevedibili e improvvisi dovuti all’assenza di fonti di approvvigionamento alternative a quelle attualmente disponibili, per questo motivo potrebbe essere necessario bloccare tutte le attività energivore ritenute non essenziali come per esempio lo stesso mining.