Nel momento in cui viene scritto questo contenuto il valore di bitcoin si aggira al di sotto dei 17 mila dollari, una delle quotazioni più basse degli ultimi anni. Tale situazione non dovrebbe stupire considerando che nelle scorse ore FTX, il secondo exchange di criptovalute a livello mondiale con una quota di mercato del 30%, ha dichiarato fallimento.
Il gruppo capitanato da Sam Bankman-Fried presenterà quindi i libri contabili in tribunale sperando che i migliaia di risparmiatori coinvolti possano riavere indietro almeno parte delle somme perdute, a dichiarare bancarotta sarebbe stata anche la sussidiaria Alameda Research il cui operato è in pratica alla base della vicenda che ha mandato il gruppo a gambe all’aria.
Stando alle indiscrezioni attualmente circolanti, l’ormai dimissionario Sam Bankman-Fried potrebbe aver utilizzato circa 10 miliardi dei capitali accumulati dal suo exchange per effettuare degli investimenti attraverso la Alameda Research. Se ciò dovesse essere vero, contro di lui potrebbero presto iniziare diverse cause legali con conseguenze penali anche molto pesanti.
A rincarare la dose vi sarebbe stato inoltre un ulteriore ammanco pari a ben 600 milioni di dollari che FTX avrebbe motivato parlando di un attacco informatico contro la propria infrastruttura tecnica. Agli utenti sarebbe stato inoltre sconsigliato di visitare il sito Web della piattaforma segnalando la presenza di trojan e altra minacce informatiche.
In ogni caso ad oggi FTX non permette né di depositare né di prelevare fondi, Sam Bankman-Fried si è scusato tramite un post su Twitter ammettendo di aver "incasinato tutto" ("I fucked up, and should have done better.") ma è chiaro che un’ammissione di questo genere, sincera o meno che sia, non basterà a calmare gli animi dei risparmiatori infuriati.