Un recente report di IDC per conto di Aruba, InfoCert e Trust Technologies e relativo ai dati di luglio 2020 indica in 2.2 miliardi di euro il risparmio derivanti dall’utilizzo della PEC (Posta Elettronica Certificata) in Italia tra il 2008 e il 2019. Attualmente sarebbero attive 10.8 milioni di PEC, con oltre 2 miliardi e 380 milioni di messaggi scambiati, ma presto potrebbero diventare molto più numerose.
A partire dal primo ottobre 2020 le aziende avranno infatti l’obbligo di comunicare la propria PEC al Registro delle Imprese, cioè il database ufficiale in cui vengono raccolte le informazioni relative alle camere di commercio. Così è stabilito dal Decreto Semplificazioni che è stato convertito nella Legge n. 120 datata 11 settembre 2020.
E’ bene tenere presente che l’obbligo di essere titolari di una PEC, strumento sostitutivo della raccomandata con ricevuta di ritorno nelle comunicazioni con la Pubblica Amministrazione, sussiste in Italia dal 2008 per le aziende e dal 2012 per le ditte individuali, fino ad ora però la normativa non prevedeva alcuna sanzione per eventuali inadempimenti.
E’ obbligatorio per ogni azienda avere un domicilio digitale
Dalla data precedentemente indicata in poi sarà possibile incorrere anche in multe molto salate, si va infatti dai 30 e i 1.548 euro per le imprese individuali e dai 206 e i 2.064 euro per le società. Alle imprese che, dopo la scadenza, dovessero risultare ancora prive di PEC, oltre alla sanzione amministrativa verrà assegnato d’ufficio un domicilio digitale.
Per comunicare la propria PEC al Registro delle Imprese è sufficiente visitare la pagina Web "Ipec-registroimprese.infocamere.it". L’iscrizione della PEC non prevede alcun onere in diritti, bolli e tariffe ma per completare tale procedura richiesta, differente a seconda della tipologia di impresa, sarà necessario essere in possesso di un dispositivo per la firma digitale.