C’è stato un periodo, individuabile tra la seconda metà del 2017 e la prima metà del 2018, durante il quale le iniziative legate al mining delle cryptovalute sono letteralmente esplose in seguito all’incremento di valore di queste ultime e al moltiplicarsi delle ICO. Centinaia di startup nascevano cercando di conquistare una quota di mercato importante all’interno di un settore in crescita.
Il mining è però un processo estremamente costoso, necessita infatti di una grande potenza computazionale, di un consumo energetico rilevante e di una dotazione hardware particolarmente avanzata. Dato l’impegno economico richiesto, esso risulta conveniente soltanto se la moneta digitale generata è in grado di garantire un valore di scambio elevato.
Ora che la capitalizzazione delle cryptovalute è sostanzialmente crollata, perdendo in poco tempo centinaia di miliardi di dollari, alcune aziende il cui core business era incentrato sul mining hanno deciso di chiudere i battenti. Tra queste ultime anche un nome particolarmente noto come quello di Coinhive, società conosciuta per la sua offerta dedicata agli sviluppatori.
Coinhive distribuiva una libreria JavaScript, coinhive.js, integrabile per l’implementazione di sistemi di mining per la cryptovaluta Monero. Diffusamente utilizzata, essa era stata però più volte al centro di polemiche per il fatto di poter essere adattata in modo da effettuare azioni di cryptojacking, motivo per il quale veniva rilevata come malevola da diversi antivirus.
La chiusura del progetto è stata confermata ufficialmente tramite un post pubblicato sul blog ufficiale di Coinhive. Nell’articolo, oltre ai consueti ringraziamenti ad utenti e collaboratori, si leggono chiaramente le motivazione che hanno portato a questa scelta: il mining delle cryptovalute non è più conveniente, con un deprezzamento di Monero pari ad oltre l’85% è meglio dedicare tempo e soldi ad altre attività.