Il report intitolato "Una strategia cloud per un’Italia più competitiva e sicura" dell’I-Com (Istituto per la Competitività) stima che un’adozione diffusa del Cloud da parte delle aziende italiane e della Pubblica Amministrazione potrebbe tradursi in una crescita del fatturato pari a 620 miliardi di euro con più del 50% sul totale a vantaggio delle piccole e medie imprese.
Tenendo conto della sola PA, l’utilizzo del Cloud potrebbe determinare un risparmio pari a circa 1 miliardo di euro determinato in particolare dalla maggiore produttività dei dipendenti e da un minore consumo energetico. Questo ancora in teoria, perché nella Penisola persino le imprese sarebbero lente nella migrazione verso il Cloud con appena 3 attività su 10 che avrebbero già investito su di esso.
A parere dei ricercatori di I-Com, per quanto ancora limitato il processo di Digital Transformation sarebbe divenuto ormai inevitabile, diverse organizzazioni avrebbero programmato il passaggio dall’on-premises al Cloud nel corso dell’ultimo anno, incentivate dalle nuove necessità create dall’emergenza pandemica, e nel prossimo futuro il tasso di penetrazione di questa tecnologia non potrà fare altro che aumentare.
A determinare un incremento dell’uso di soluzioni Cloud based sarà con tutta probabilità anche il fatto che sempre più aziende operano in settori data driven e il giro d’affari dell’economica dei dati starebbe diventando sempre più importante. Solo in Europa parliamo di 350 miliardi di euro che potrebbero diventare 550 entro il 2025.
Con la diffusione del Cloud il Paese dovrà confrontarsi anche con una problematica estremamente attuale come la sovranità digitale per la protezione dei dati, in Francia sono stati avviati progetti a riguardo già nel corso del 2009 mentre per il Regno Unito si può citare il programma G-Cloud inaugurato nel 2012. L’Italia sembrerebbe invece ancora in attesa di iniziative comuni da sviluppare in ambito europeo.