Con una decisione unilaterale dovuta a preoccupazioni riguardanti il fenomeno, la PBOC (People Bank of China), che è poi la Banca Centrale Cinese, ha ordinato a tutti gli operatori di cessare qualsiasi contrattazione basata su BitCoin entro il 31 gennaio del prossimo anno.
Il risultato di tale veto è stato un crollo deciso della nota moneta virtuale, partito con una quotazione pari a 750 dollari il suo valore è poi passato a circa 500 dollari per poi assestarsi sui 600; circa la metà rispetto ai 1.200 raggiunti alcune settimane fa.
Cosa è accaduto? Niente di imprevedibile, molto semplicemente gli operatori finanziari avrebbero reagito al pronunciamento della PBOC dando vita ad una vendita massiccia di stock basati sulla cripto-moneta; da qui il calo di valore per eccessiva offerta.
A meno di ripensamenti al momento improbabili, presto la moneta elettronica creata nel 2009 da Satoshi Nakamoto dovrebbe essere tagliata fuori del tutto dalle attività economiche cinesi, andando così a perdere quello che è oggi il mercato più performante al Mondo.