A parere di Sam Bankman-Fried, massimo dirigente dell’exchange FTX, è abbastanza difficile prevedere che Bitcoin potrà essere utilizzato in futuro come un sistema di pagamento utilizzato in modo diffuso, ciò perché un suo eventuale impiego in questo senso porrebbe diversi problemi sia dal punto di vista del consumo energetico che da quello della scalabilità.
Insomma, se tali affermazioni dovessero rispondere al vero la più nota tra le criptovalute potrebbe essere utilizzata ancora una come asset speculativo o come riserva di valore alternativa alle valute tradizionali e alle materie prime, non a caso alcuni lo definisco più o meno correttamente "oro digitale", ma quello di implementare una rete di pagamento sarebbe tutto un altro discorso.
A motivare la convinzione di Bankman-Fried sarebbe in particolare il fatto che Bitcoin si basa su un network di tipo Proof of Work che in più occasioni avrebbe dimostrato di non essere sufficientemente scalabile per garantire efficienza e produttività dal punto di vista energetico. Due qualità fondamentali quando si devono gestire milioni di transazioni al secondo.
L’utilizzo di massa di Ethereum sarebbe più sostenibile
Da questo punto di vista il progetto Ethereum, che si basa invece su una rete di tipo Proof of Stake in cui ad essere centrale non è il mining ma un meccanismo di consenso, potrebbe rivelarsi un candidato ideale per l’utilizzo nei pagamenti, anche quando si parla di piccole transazioni effettuate quotidianamente dai consumatori.
Da tempo si parla dell’impiego delle criptovalute come mezzo per i pagamenti e non mancano esempi del loro utilizzo per alcune tipologie di acquisti come per esempio quelli degli NFT (Non Fungible Token), rimangono però alcuni interrogativi legati al loro reale impatto ambientale e alla loro estrema volatilità che forse ne impediscono la diffusione.