I rapporti tra la Casa di Cupertino e i suoi fornitori asiatici non sono mai stati facili, dietro alla consegna della commesse si nasconderebbero infatti non di rado turni di lavoro massacranti per gli operai, paghe da fame, stabilimenti insalubri e, in alcuni casi, anche lo sfruttamento dei minori. Basti pensare alla più volte denunciata Foxconn.
Questa volta però la Apple non sembrerebbe essere disposta a scendere a compromessi e avrebbe deciso di ammonire le società partner: le aziende che non rispetteranno le regole minime per la salvaguardia della salute di dipendenti e collaboratori non faranno più affari con Tim Cook e soci.
Le clausole della Mela Morsicata sarebbero abbastanza perentorie: turni di lavoro settimanali non più lunghi di 60 ore, standard più severi per il reclutamento anche da parte delle agenzie interinali e divieto, assoluto, di impiegare dei minori.
Tali norme sono state messe su carta dopo la presentazione dell’ottavo rapporto annuale sulle responsabilità dei fornitori; ad oggi l’attività di monitoraggio svolta dalla stessa Casa di Cupertino avrebbe evidenziato una quota parte di fornitori non in regola pari ad appena il 5%.