L’iniziativa recentemente presa da Airbnb nei confronti dei manifestanti che hanno assaltato Capital Hill durante la conferma ufficiale di Joe Biden come nuovo Presidente degli Stati Uniti, chiarisce ancora una volta come i comportamenti adottati sui social possano avere effetti non soltanto all’interno di essi ma anche nella cosiddetta "vita reale".
Airbnb rimuove dalla sua community i supporters di Trump che hanno assaltato Capital Hill
Già ostracizzati da piattaforme come Facebook, Twitter e YouTube, nonché impossibilitati ad accedere a servizi alternativi come per esempio Parler, i dimostranti resisi protagonisti della sommossa di Washington verranno rimossi anche dalla community di quello che è attualmente il più grande intermediario mondiale nel settore dell’affitto di abitazioni per brevi periodi.
Ma non basta, Airbnb avrebbe accolto anche un recente invito da parte delle agenzie di sicurezza USA, convinte che l’imminente insediamento di Biden alla Casa Bianca potrebbe essere un’occasione per ulteriori disordini, e starebbe procedendo a cancellare le prenotazioni con destinazione Washington già effettuate per il giorno dell’evento.
In questo momento nessuna piattaforma online tra quelle più note sembrerebbe voler accettare alcun accostamento con i più accesi sostenitori di Donald Trump e con l’ormai ex inquilino di Pennsylvania Avenue. Non si tratterebbe soltanto di una posizione politica ma anche del risultato delle pressioni esercitate nelle scorse ore dagli investitori.
Se fino ad ora i ban a carico del tycoon newyorkese e dei sui elettori più fedeli erano stati oggetto di discussione relativamente al diritto di esprimere la propria opinione in Rete, ora il discorso potrebbe estendersi ad altri contesti, con il rischio che promuovere determinate convinzioni (giuste o sbagliate che siano) possa portare al vedersi negata la fruizione di un servizio.