Come riportato in un recente provvedimento dell’AGCM (Autorita’ Garante della Concorrenza e del Mercato), nel novembre 2018 l’Autorità avrebbe accertato che Facebook Inc. e Facebook Ireland Ltd. avrebbero posto in essere una pratica commerciale scorretta in violazione del Codice del Consumo inducendo gli utenti a registrarsi su Facebook.
Tale pratica sarebbe stata giudicata ingannevole perché i consumatori non avrebbero ricevuto informazioni adeguate e immediate, quindi fornite già in fase di attivazione dell’account, riguardo all’attività di raccolta dei dati per finalità commerciali e, più in generale, sulle finalità remunerative che motivano la fornitura del servizio di social networking.
In sostanza, per l’AGCM Menlo Park avrebbe enfatizzato la gratuità e la fruibilità del Sito in Blue con messaggi coma "è gratis e lo sarà per sempre" o "è veloce e semplice", rendendo meno evidenti altri aspetti, come per esempio le modalità di trattamento delle informazioni veicolate e quelle relative alla loro monetizzazione da parte della compagnia californiana.
L”utente non riceve sufficienti informazioni relativamente al trattamento dei dati che inserisce al momento dell’iscrizione
Tale situazione sarebbe in parte cambiata tramite modifiche apportate sia al sito Web che all’applicazione di Facebook, ma la procedura di iscrizione non prevedrebbe ancora alcuna informazione sulla raccolta e il trattamento dei dati, limitandosi a riportare in un disclaimer il riferimento alle Condizioni d’uso, alla Normativa sui dati ed alla cookie law.
Per questo motivo l’autorità avrebbe deciso di sanzionare il gruppo capitanato da Mark Zuckerberg per una somma complessiva pari a 7 milioni di euro suddivisi in due provvedimenti rispettivamente da 5 milioni (ad oggi la somma massima che può essere richiesta ad un’azienda per le violazioni contestate) e e da 2 milioni per mancata rettifica dopo il pagamento di una sanzione precedente.