Sembrano finiti (se mai ci sono stati) i tempi in cui le aziende assumevano gli hackers che riuscivano a violare i propri sistemi, oggi attaccare un server ed essere scoperti significa, in buona parte dei casi, finire in galera anche per lungo tempo.
Lo scorso maggio lo staff di tecnici specializzati nella sicurezza in forza a Facebook aveva intercettato un tentativo di intrusione e ne aveva immediatamente inviato comunicazione all’FBI; le indagini hanno portato rapidamente all’identificazione del responsabile.
La polizia federale americana ha quindi bussato alla porta di Glenn Mangham, un cittadino inglese di 26 anni; quest’ultimo, sottoposto ad interrogatorio, ha infine confessato pur affermando che non sarebbe stata sua intenzione causare danni al Sito in Blue.
Alla fine il giovane inglese, che come lavoro sviluppa applicazioni e avrebbe effettuato il suo attacco dopo aver violato l’account di uno sviluppatore in forza a Menlo Park, è stato condannato a ben 8 mesi di carcere.