I responsabili di 4 piccole realtà della ricerca su Internet, alcune delle quali quasi del tutto sconosciute al grande pubblico, avrebbero scritto alla Commissione Europea chiedendo maggiori limiti contro lo strapotere di Google, società la cui posizione dominante starebbe impedendo ai potenziali concorrenti di espandere le proprie quote di mercato.
Parliamo nello specifico di DuckDuckGo, unico progetto statunitense dei 4 e forse il più famoso, del tedesco Ecosia e delle transalpine Qwant e Lilo. Per tutti quanti fino ad ora non sarebbe stato fatto abbastanza perché il settore di riferimento sia in grado di far emergere nuovi protagonisti oltre alla piattaforma creata da Mountain View.
Tali rimostranze arriverebbero nel momento in cui il comparto è finito al centro dell’attenzione, e dell’ironia di molti, a causa di una rilevazione secondo cui la parola chiave più ricerca su Bing, il motore di ricerca della Casa di Redmond, sarebbe appunto "Google". Difficile stabilire se tale risultato possa favorire o meno le ragioni di quest’ultimo.
All’UE viene richiesta una modifica al Digital Market Act per contrastare abusi di posizione dominante
L’obbiettivo dei richiedenti è con tutta probabilità quello di ottenere un aggiornamento del DMA (Digital Market Act), la normativa europea sui mercati digitali che almeno nelle intenzioni dovrebbe assicurare che le cosiddette piattaforme gatekeeper siano obbligate ad osservare comportamenti più corretti in tema di rispetto del libero mercato.
L‘idea, condivisibile almeno a livello di principio, è che in questo momento non sia possibile concorrere con Google dal punto di vista della qualità dei servizi, senza un intervento da parte delle istituzioni la sola esistenza del colosso californiano rappresenterebbe un ostacolo per qualsiasi azienda volesse proporre una propria alternativa.