100 milioni di euro in un anno, ecco quanto dovrebbe intascare la SIAE (Società Italiana Autori Editori) attraverso la riformulazione dell’equo compenso, la tassa che verrà applicata per tutti i dispositivi dotati di una memoria per lo storage a seguito di un emendamento alla Legge di Stabilità.
Da notare che l’equo compenso era stato introdotto allo scopo di recuperare parte delle perdite dovute alla pirateria informatica, motivazione già di per sé iniqua, ora però esso sembrerebbe essersi trasformato in una vera e propria una tantum sul possesso di un device.
Ma non basta, fino ad oggi l’importo dell’equo compenso era calmierato grazie ad un meccanismo che in Italia lo manteneva in linea con la media europea; ma le cose non stanno più in questo modo, e l’aumento potrebbe arrivare fino al 500% (da 90 centesimi a 4 euro e più).
La scarsa lungimiranza dei nostri legislatori appare quindi quasi incomprensibile, dove il quasi è dovuto soltanto agli esempi passati, l’imposta maggiorata infatti non farà altro che colpire al cuore uno dei pochi settori che, con diversi andamenti a seconda dei dispositivi, era riuscito a rimanere al riparo dalla crisi.