Secondo uno studio operato dai ricercatori di Stripe, attualmente la cosiddetta "creator economy" sarebbe in grado di generare un giro d’affari pari a circa 10 miliardi di dollari. Il successo di questo mercato starebbe determinando inoltre una crescita continua del numero di operatori del settore, con un incremento del 48% su base annua.
Per creator economy s’intende l’ecosistema in cui operano tutti coloro che producono contenuti per piattaforme di auto-pubblicazione, come per esempio chi realizza video da pubblicare su YouTube e Facebook. Attualmente i servizi a disposizione di questi ultimi sarebbero almeno una cinquantina e i creator ospitati non meno di 15.5 milioni nel prossimo quinquennio.
La forte crescita della creator economy è stata favorita anche dai lockdown dovuti alla pandemia
La creator economy avrebbe registrato un momento favorevole nel corso dell’emergenza pandemica, quando un gran numero di creator hanno approfittato del fatto che la mobilità personale era limitata dai lockdown. A tal proposito basterebbe citare la crescita improvvisa di un servizio come Twitch (proprietà di Amazon) dove oggi monetizzano migliaia di streamer in tutto il mondo.
Stando ai commenti a margine dell’analisi, la creator economy vanterebbe ormai una storia lunga quasi un quarto di secolo. Le sue origini vengono fatte risalire infatti al 1997, quando la maggior parte dei contenuti multimediali venivano realizzati con Adobe Flash ma rispetto ad oggi era molto più difficile trasformare il proprio talento in un lavoro.
Il numero dei creator che riescono a "mantenersi" negli USA, e quindi a guadagnare almeno 69 mila dollari su base annua grazie alle entrate derivanti dalle piattaforme utilizzate, avrebbe registrato un incremento pari al 41% soltanto nel corso dell’ultimo anno. In una realtà come quella del Giappone la crescita sarebbe stata invece ben più elevata: +435%.