La decisione è ufficiale: il linguaggio Rust è stato adottato in modo permanente nello sviluppo del kernel Linux. Finisce così una fase sperimentale iniziata nel 2022. L’annuncio è arrivato durante il Kernel Maintainer Summit 2025 di Tokyo, dove Miguel Ojeda, leader del progetto Rust for Linux, ha confermato che l’esperimento è terminato e “Rust è qui per restare“.
Perché Rust nel kernel Linux?
Questa scelta, per molti versi attesa, segna una svolta storica per il progetto open source più noto al mondo. Dopo anni di test, il team di manutentori del kernel Linux ha stabilito che i vantaggi tecnici e di sicurezza offerti da Rust superano le difficoltà di integrazione con il codice preesistente in C. Ojeda ha precisato inoltre che il supporto non è ancora completo su tutte le architetture, configurazioni e toolchain ma lo sviluppo prosegue rapidamente.
Un esempio tra tutti è la distribuzione Android 16, basata sul kernel Linux 6.12, che include già componenti Rust in produzione come il modulo ashmem per la gestione della memoria condivisa anonima. Ciò significa che milioni di dispositivi utilizzano oggi parti del kernel scritte in Rust.
Tra i progetti legati all’integrazione di Rust abbiamo anche gccrs, l’implementazione di Rust su GCC. Anche se ancora incompleta, questa iniziativa è considerata prioritaria perché consente la compilazione del kernel utilizzando GCC invece della toolchain LLVM.
Il manutentore Greg Kroah-Hartman ha sottolineato che i driver sviluppati in Rust dovrebbero essere più sicuri rispetto a quelli scritti in C, questo grazie ad una gestione più rigorosa della memoria e alla riduzione dei bug legati ai puntatori. Dave Airlie, il responsabile del sottosistema DRM, ha poi annunciato che il progetto è a circa un anno dall’adottare Rust come requisito obbligatorio per i nuovi driver.
I limiti del passaggio a Rust
Non mancano però alcune criticità tra cui il supporto per le architetture meno diffuse come IBM s390. La mancanza di una specifica formale del linguaggio Rust resta inoltre un punto aperto.
Ojeda ha invitato le aziende ad investire nella formazione dei propri sviluppatori e ricordato che il State of Rust Survey 2024 indicava nella scarsa diffusione del linguaggio la principale preoccupazione per le realtà che vorrebbero adottarlo o hanno già deciso di scommettere su di esso.

