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Perplexity vuole acquistare Google Chrome: offerti 34,5 miliardi di dollari

La statunitense Perplexity, startup specializzata in soluzioni di ricerca basate sullโ€™intelligenza artificiale, ha annunciato di aver presentato a Google unโ€™offerta non sollecitata per lโ€™acquisizione di Chrome, il browser piรน utilizzato al mondo. La proposta ammonta a 34,5 miliardi di dollari in contanti, una cifra enorme pari a quasi il doppio della valutazione attuale della stessa Perplexity, stimata intorno ai 18 miliardi di dollari.

Lโ€™iniziativa rappresenta unโ€™operazione potenzialmente dirompente per lโ€™industria tecnologica, sia per la portata economica sia per il contesto legale in cui si inserisce.

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Unโ€™offerta in piena tempesta antitrust

La proposta di Perplexity arriva mentre Google affronta un delicato procedimento antitrust negli Stati Uniti. Il giudice distrettuale Amit Mehta, dopo aver stabilito che lโ€™azienda ha mantenuto illegalmente una posizione dominante nel mercato delle ricerche online, sta valutando possibili rimedi, fra cui lโ€™ipotesi di imporre la cessione di Chrome.

Secondo fonti riportate dal Wall Street Journal e da Bloomberg, Perplexity aveva giร  espresso interesse per il browser nei mesi scorsi, dichiarandosi pronta ad agire in caso di vendita forzata. Ora, con la presentazione formale dellโ€™offerta, la startup intende dimostrare che esiste un acquirente disposto a investire in maniera significativa, anche in unโ€™operazione di questa portata.

Copertura finanziaria e impegni operativi

Il Chief Business Officer di Perplexity, Dmitry Shevelenko, ha affermato che lโ€™operazione รจ interamente supportata da fondi di investimento di primo piano, giร  pronti a garantire le risorse necessarie. La societร  si รจ inoltre impegnata, in caso di acquisizione, a investire oltre 3 miliardi di dollari in due anni nello sviluppo di Chrome e nella piattaforma open source Chromium.

Fra le condizioni rese pubbliche, Perplexity ha dichiarato lโ€™intenzione di mantenere Google come motore di ricerca predefinito nel browser, pur garantendo agli utenti la possibilitร  di modificarlo liberamente, e di preservare la piena apertura del progetto Chromium alla comunitร  di sviluppatori.

Un asset strategico da miliardi di utenti

Chrome rappresenta uno degli asset piรน rilevanti nellโ€™ecosistema Google: detiene oltre il 60% del mercato globale dei browser e conta circa 3,5 miliardi di utenti attivi. La sua integrazione con i servizi e le tecnologie di Mountain View lo rende una piattaforma centrale per la raccolta dati, la pubblicitร  e lโ€™accesso ai servizi cloud.

Google, per ora, non ha commentato ufficialmente la proposta. Tuttavia, Sundar Pichai ha avvertito in sede giudiziaria che unโ€™eventuale cessione forzata di Chrome potrebbe avere conseguenze negative sullโ€™innovazione, sulla sicurezza degli utenti e sugli investimenti futuri del gruppo con sede a Mountain View.

Tra strategia e visibilitร 

Lโ€™offerta ha suscitato reazioni contrastanti. Se alcuni analisti la considerano una mossa simbolica, volta piรน ad attirare lโ€™attenzione dei regolatori e dellโ€™opinione pubblica che a concludere una reale acquisizione, altri intravedono un tentativo concreto di Perplexity di accelerare la propria espansione sia a livello operativo che di immagine.

Sui social network il dibattito รจ vivace: i commenti spaziano dallo scetticismo (โ€œunโ€™operazione impossibileโ€) alla curiositร  (โ€œuna mossa strategica per farsi notareโ€), fino a interpretazioni che vedono nellโ€™offerta unโ€™azione di marketing ad alto impatto mediatico.

Una partita ancora aperta

Il probabile esito, secondo gli esperti, รจ che Google difficilmente prenderร  in considerazione la proposta, a meno di unโ€™imposizione da parte dellโ€™autoritร  giudiziaria.

Resta perรฒ il segnale strategico inviato da Perplexity: la volontร  di competere sul terreno dei browser e dei motori di ricerca, settori finora dominati da colossi come Google, Microsoft e Apple.

Con il recente lancio del proprio browser Comet, la startup dimostra di voler posizionarsi in prima linea nella ridefinizione del web, puntando su unโ€™integrazione sempre piรน stretta tra navigazione e intelligenza artificiale generativa.

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Massimiliano Bossi
Massimiliano Bossi
Stregato dalla rete sin dai tempi delle BBS e dei modem a 2.400 baud, ho avuto la fortuna di poter trasformare la mia passione in un lavoro (nonostante una Laurea in Giurisprudenza). Adoro scrivere codice e mi occupo quotidianamente di comunicazione, design e nuovi media digitali. Orgogliosamente "nerd" sono il fondatore di MRW.it (per il quale ho scritto centinaia di articoli) e di una nota Web-Agency (dove seguo in prima persona progetti digitali per numerosi clienti sia in Italia che all'estero).

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