Dmitry Shevelenko, il Chief Business Officer di Perplexity, è stato protagonista di recente di una proposta per molti versi inaspettata. La sua azienda sarebbe pronta ad acquistare Chrome, il browser web di Google, nel caso in cui un giudice ne ordinasse la cessione ad un’altra compagnia.
Perché Perplexity vorrebbe acquistare Chrome
L’ipotesi di questa acquisizione nasce da un procedimento del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti contro la già citata Mountain View. Compagnia accusata di mantenere un monopolio di fatto nella ricerca online attraverso degli accordi di distribuzione esclusivi con i partner.
In uno scenario che potremmo definire “estremo” perché abbastanza improbabile, la soluzione potrebbe essere quella di separare Chrome da Big G, inclusa la codebase open source di Chromium. Il progetto libero e aperto da cui non nasce solo Chrome ma anche altre applicazioni con Edge di Microsoft.
Google ha avvertito che un’iniziativa di questo tipo potrebbe destabilizzare l’attuale ecosistema dei browser a svantaggio degli utenti. Perplexity sostiene però di poter gestire l’applicazione mantenendone sia la qualità attuale che la gratuità.
Una piccola realtà sfida i giganti del Web
Nonostante ciò, Perplexity non auspicherebbe una vendita forzata di Chrome, soprattutto se il compratore fosse OpenAI che potrebbe scegliere di intervenire proprio sulla sua componente open source. La priorità del gruppo non è infatti quella di distruggere Google di ma riequilibrare un mercato esposto alle mire monopolistiche di poche aziende.
Durante una sua testimonianza Shevelenko ha anche lamentato alcune difficoltà nel collaborare con i produttori di smartphone a causa della posizione di forza detenuta da Google. Alcune aziende non sarebbero riuscite per esempio a rendere Perplexity AI il proprio assistente di default per il timore di perdere i benefici economici derivanti dalla partnership con Mountain View.