Google continua a investire sulle prestazioni di Chrome e nelle scorse ore ha annunciato alcuni miglioramenti che rendono il suo browser “più veloce che mai“. Un anno fa, l’azienda aveva pubblicato un post dettagliato sui progressi ottenuti. Ora, con un nuovo aggiornamento, Big G spiega nel dettaglio le innovazioni che hanno permesso a Chrome di raggiungere livelli di performance ancora superiori in modo da consolidare il suo primato tra i browser web più utilizzati al mondo.
Cosa ha fatto Google per migliorare le prestazioni di Chrome
Uno degli aspetti chiave del recente boost di prestazioni è il lavoro sulla gestione della memoria e sul caching. Gli ingegneri di Google hanno riprogettato la disposizione della memoria per molte delle strutture dati interne utilizzate da componenti cruciali come DOM, CSS, layout e rendering. Questo ha permesso a Chrome di ridurre drasticamente le operazioni inutili e di sfruttare meglio le cache della CPU, con un impatto immediato sulla rapidità di caricamento delle pagine.
Un cambiamento particolarmente rilevante riguarda Blink, il motore di rendering di Chromium, che ora riesce ad evitare molta attività superflua ottimizzando così l’uso delle risorse hardware. Nel caso della gestione del DOM, il browser è passato da un utilizzo misto tra le tradizionali funzioni di allocazione della memoria (malloc
) e Oilpan, il sistema di garbage collection di Blink, a un impiego esclusivo di quest’ultimo. Questo spostamento permette una gestione della memoria più efficiente, riducendo possibili rallentamenti e sprechi.
Novità per l’hashing e la gestione CSS
Anche la gestione delle stringhe ha visto un importante aggiornamento. Il metodo di hashing è stato sostituito da rapidhash che migliora ulteriormente la velocità delle operazioni interne al motore di rendering.
Infine, per le operazioni più onerose come il calcolo degli stili CSS di molteplici elementi Google ha introdotto nuove strategie di caching che aumentano il numero di “cache hits” e riducono i “cache miss” in modo da velocizzare il rendering delle pagine più complesse.