Micron Technology ha reso noto che interromperà definitivamente la vendita di moduli RAM e SSD al pubblico entro il 2026, una scelta che mette fine a quasi trent’anni di attività sotto il marchio Crucial. La decisione è stata ufficializzata dal direttore commerciale Sumit Sadana ed è stata motivata dall’enorme crescita della domanda di memoria ad alte prestazioni per data center AI che ha spinto l’azienda a riallocare la produzione verso i segmenti più redditizi.
Perché Micron ha deciso di chiudere Crucial
Crucial, lanciato nel 1996 come brand dedicato agli aggiornamenti hardware per PC, ha rappresentato per anni un punto di riferimento nel suo mercato di riferimento. Micron, che invece produce RAM dal 1981, continuerà a offrire prodotti enterprise con il proprio marchio e manterrà attivo il supporto e le garanzie per i clienti consumer fino al secondo trimestre fiscale del 2026. I dipendenti coinvolti saranno ricollocati in altre divisioni aziendali.
L’annuncio arriva indubbiamente in un momento di forte pressione a carico del mercato DRAM e i prezzi dei moduli DDR5 sono aumentati fino al 171% rispetto all’anno scorso. Un kit da 32 GB, che ad agosto costava circa 82 euro, oggi supera i 300 euro. L’esplosione della domanda di HBM (High-Bandwidth Memory), utilizzata soprattutto nelle GPU e negli acceleratori AI di Nvidia e AMD, ha assorbito gran parte della capacità produttiva a livello mondiale.
La “fame di memoria” continuerà fino al 2027
Progetti come OpenAI Stargate, che richiede fino a 900.000 banchi di DRAM al mese, contribuiscono a un vero e proprio squilibrio tra offerta consumer e domanda enterprise. Gli analisti prevedono che le carenze di memoria continueranno almeno fino al 2027. Nel frattempo alcuni produttori come Framework hanno già sospeso la vendita di RAM standalone per evitare speculazioni e aumenti incontrollati dei prezzi.
Intanto, per gli utenti DIY (come chi scrive) la scomparsa di Crucial segna la fine di un’epoca in cui l’upgrade del proprio PC era alla portata di tutti.

