In questi giorni YouTube, piattaforma di streaming video di proprietà di Google, sta subendo diverse critiche da parte degli utenti a causa dell’aumento degli annunci pubblicitari lunghi e non skippabili. Secondo un recente report di Android Authority, molti spettatori si starebbero lamentando della frequenza e della durata eccessiva degli spot che interrompono in modo continuo l’esperienza di visualizzazione dei contenuti.
Il problema degli annunci pubblicitari su YouTube
Gli annunci più criticati possono durare fino a 30 secondi o più e spesso non è possibile saltarli. Questo rappresenta un problema soprattutto per gli utenti che non utilizzano YouTube Premium, il servizio a pagamento che rimuove l’advertising durante la visione. Per chi non vuole o non può permettersi un abbonamento, l’aumento degli spot pubblicitari starebbe diventando un ostacolo sempre più fastidioso.
Molti utenti hanno espresso la loro frustrazione sui social media, sottolineando come gli annunci stiano rendendo l’uso della piattaforma molto meno piacevole che in passato. In un caso sarebbe stato notato un annuncio non skippabile della durata di ben 57 minuti.
Inoltre, alcuni utenti avrebbero notato che gli annunci non skippabili sembrano essere più frequenti su determinati tipi di video come quelli musicali o i tutorial, aggiungendo ulteriore disagio.
Un equilibrio delicato tra UX e monetizzazione
Questa strategia di monetizzazione aggressiva da parte di YouTube potrebbe avere degli effetti controproducenti. Se da un lato la pubblicità è necessaria per sostenere i costi di una piattaforma che di base è gratuita, dall’altro l’eccessiva invadenza degli annunci rischia di spingere gli utenti verso soluzioni alternative, come l’uso di ad-blocker, che bloccano gli spot ma privano i creatori di contenuti delle entrate pubblicitarie.
Da parte sua YouTube deve bilanciare le esigenze degli inserzionisti, dei creatori di contenuti e degli spettatori. Ma l’attuale tendenza verso annunci più lunghi e invasivi rischia di alienare gli utenti, danneggiando sia la piattaforma che i creator che dipendono da essa.