Ciò che sta accadendo negli USA a danno della net neutrality potrebbe presto ripetersi anche in Europa e nel nostro Paese, si tratta quindi di un tema da approfondire con attenzione perché le sue ripercussioni riguardano sia la libertà di utilizzo della Rete che le abitudini di consumo dei servizi offerti tramite Internet.
Ajit Pai, nuovo presidente della FCC (Federal Communications Commission), si starebbe preparando a far approvare una legge che, di fatto, permetterebbe ai provider di discriminare tra piattaforme sulla base del consumo di dati. Alcuni servizi, e in particolari quelli dedicati all’audio e al video streaming, potrebbero quindi essere sfavoriti rispetto ad altri.
Le normative sulla net neutrality dispongono che i provider non possano effettuare distinzioni tra piattaforme, l’utente dovrebbe essere libero di accedere a quella desiderate senza dover subire alcuna limitazione di banda. Pai, seguendo un’indicazione di Trump intenzionato a smantellare l’impianto a suo tempo voluto da Obama, vorrebbe invece una deregolamentazione del settore.
In assenza degli obblighi legati alla net neutrality i provider potrebbero per esempio siglare degli accordi commerciale con alcuni servizi, rendendo questi ultimi più facilmente fruibili rispetto ad altri. Ne consegue che gli utenti non potranno scegliere liberamente e dovranno sottostare alle decisioni degli ISP che, in un caso del genere, opererebbero legalmente.
Senza dover rispettare i vincoli della net neutrality i provider potranno rallentare una trasmissione in streaming, prolungare i tempi necessari per un download se non addirittura bloccare una connessione. Diversi analisti hanno visto nelle decisioni di Pai la volontà di favorire i media tradizionali danneggiati dall’offerta multimediale del Web.