Il social network più grande della Rete non rappresenterebbe un canale adeguato per le comunicazioni legali, a stabilirlo sarebbe stato un giudice della Corte Federale statunitense tramite una recente sentenza che potrebbe presto diventare un precedente giuridico.
Nello specifico, il giudice è stato chiamato a decidere relativamente ad un caso che riguardava un istituto di credito, la Chase Bank, e una donna sua debitrice; il tribunale non avrebbe consentito alla banca di contattare quest’ultima attraverso le pagine di Facebook.
I motivi di tale decisione sarebbero stati numerosi, ma quello più importante riguarderebbe l’inaffidabilità del Sito in Blue come luogo d’incontro reale delle volontà, come è noto infatti, sulla creatura di Mark Zuckerberg abbondano i falsi profili ed è difficile stabilire la vera identità del proprio interlocutore.
A questo si aggiunga che la debitrice ricercata dalla banca, avrebbe rubato l’identità di sua madre per poter attivare una carta di credito; se la vicenda fosse avvenuta nel Regno Unito o in Nuova Zelanda l’autorizzazione sarebbe stata invece concessa, in quesi paesi infatti Facebook è un canale accettato anche per le comunicazioni legali.