La Direttiva UE 2018/843 del Parlamento e del Consiglio Europeo è stata finalmente pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. Questo significa che le cryptovalute hanno ottenuto l’atteso riconoscimento da parte delle istituzioni comunitarie e sono ora considerate a tutti gli effetti delle entità associate ad un valore monetario nonostante la loro essenza "virtuale".
Questo passaggio rappresenta però soltanto la prima fase di un iter che si concluderà nel corso del prossimo anno e mezzo. In sostanza la Direttiva entrerà in vigore entro questo mese, mentre gli stati membri avranno tempo fino al 10 gennaio del 2020 per il suo recepimento. Solo allora le cryptovalute potranno essere considerate un mezzo di scambio riconosciuto.
Da notare che la Direttiva specifica che le cryptovalute (considerate la rappresentazione digitale di un valore) non sono garantire da alcun ente pubblico o banca centrale e, nello stesso modo, non possono essere assimilate a delle valute istituite a livello legale. Nonostante ciò esse sono da ritenersi "accettate" come strumento di pagamento e trasferimento.
I relatori del documenti hanno poi voluto scongiurare eventuali confusioni tra il concetto di "cryptovaluta" e quello di "moneta elettronica", questo per via del fatto che Bitcoin e altre soluzioni simili possono essere utilizzate anche per effettuare investimenti, creare riserve di valore e sottoscrivere servizi forniti da piattaforme digitali.
Viene infine definito in modo inequivoco il concetto di gestore dei Crypto Wallet, i portafogli virtuali all’interno dei quali vengono conservate le cryptovalute. Secondo la Direttiva infatti, tale figura è preposta a mettere in sicurezza (tramite chiavi di crittografia), detenere, memorizzare e trasferire valute virtuali per conto terzi.