Quanta energia consumano i nostri dispositivi quando sono in stand-by? La risposta più ovvia e immediata è "molto meno di quando sono in funzione", ma se si sommassero i consumi generati ogni giorno da tutti i device settati in questa modalità l’impatto risulterebbe molto elevato sia per i portafogli dei consumatori che per l’ambiente.
Per questa ragione la Commissione Europea ha deciso di intervenire stabilendo dei limiti che dovranno essere rispettati dalle case produttrici, in questa iniziativa rientrano non soltanto gli elettrodomestici più diffusi, come per esempio le lavatrici e i televisori, ma anche i device elettronici acquistati ormai diffusamente come le console videoludiche o i dispositivi IoT.
L’iniziativa dei commissari sarebbe stata motivata anche dalla necessità di aggiornare le normative in materia che risalgono al 2013 e sono quindi in vigore da un decennio. Queste ultime infatti non includono alcuni prodotti come gli speaker wireless o router Wi-Fi che prelevano energia tramite alimentatori esterni a bassa tensione.
E’ stato calcolato che, grazie alle riduzioni previste, entro il 2030 il risparmio energetico ottenuto su base annua in Europa dovrebbe attestarsi intorno ai 4 TWh. Ciò potrebbe tradursi inoltre in un contenimento sui costi delle bollette pari a 530 milioni di euro e in 1.36 milioni di tonnellate di CO2 non immesse nell’atmosfera (sembre su base annua).
Per ottenere tale risultato i dispositivi dovranno essere in grado di andare in stand-by più rapidamente e garantire minori consumi anche durante la fase di sospensione. La Commissione ha dato ai produttori 2 anni di tempo per adeguarsi alle regole aggiornate, in questo modo già dal 2025 si dovrebbero poter misurare i benefici di tali decisioni.